20090910

Cessi d'ufficio

Tocca prima o poi andare ai bagni "pubblici" di un ufficio. Di piu' uffici. Di tanti uffici. Dipende come si sbarca il lunario. A me toccano quelli degli uomini piu' precisamente (non per maschilismo ma per usi&costumi di questa societa' che tende a dividerli). Si entra da una porta e si puo' essere catapultati in una qualsiasi delle tre cantiche dantesche.

L'Inferno e' il bagno sozzo come quello di una discoteca al primo mattino (in genere uno e' imbriaco e non s'accorge molto). Ma di giorno, piu' o meno cosciente, la situazione e' drammatica. Si tende a tornare al proprio domicilio con pancia gonfia e dolorante e primi accenni di prostatite. Se proprio inevitabile, si cosparge il pavimento di qualsiasi elemento cartaceo, si cerca di salvaguardare le suole (essenzialmente dall'acquisire l'odore urinico o urinante o uribestio), si chiudono gli occhi e ci si esprime senza mira. Si tenta di diventare una specie di leggenda del tiro con l'arco zen, forse si fara' centro.
Esci scappando, non ti volti assolutamente indietro e cerchi un lavandino. Ci sara'? Funzionera'? Ci sara' del sapone (all'inferno e' improbabile)?. Ma, soprattutto, se dovro' dar la mano a qualcuno, l'avra' pulita? Dubito. Si smetta di darsi
la mano in ambito lavorativo, imitiamo i giapponesi e giu' un bell'inchino, piu' igenico.
Se sai che dovrai rifrequentare quell'ambiente, sara' obbligatorio modificare la dieta alimentare, bere poca acqua, fare molto training autogeno, avvicinarti alla santita'. Oppure cercare alternative all'esterno.
Non oso immaginare come possa essere quello delle donne (e come possano utilizzarlo). Ma io le vedo in genere piu' ordinate, compite, pulite. Spero che l'inferno lo scampino.


Il Purgatorio e' tipicamente il cesso d'ufficio italiano: abbastanza pulito, abbastanza funzionante, abbastanza discreto (alle volte le porte dei bagni danno su un openspace di decine di persone e pensi sempre che qualcuno ti abbia cronometrato. Si', ho cagato. Capita). E' quella via di mezzo che, alla fine, ti fa solo imbestialire. Manca poco per essere quasi a casa. Poi pensi: si vede che il bagno piu' probabile in casa di un italiano sia questo. E questo dubbio ne crea a vortice altre decine (tra i primi nascono i politici). Si sta un po' storti, ci sono
sempre i cartelli piuttosto idioti per i pisciatori zen, manca la carta da qualche parte (tocca sempre controllare prima e, eventualmente e furtivamente, cercare la dispensa segreta), sei circondato da un leggero maleodore (e' pur sempre il purgatorio), puoi bisbigliare al tuo vicino i numeri del superenalotto sicuro che ti sente, le porte non sempre si chiudono, non riesci completamente a rilassarti. E ne esci insoddisfatto, almeno parzialmente.
In questi bagni trovi sempre i rubinetti lasciati spenti sull'acqua calda (dove c'e'). Mi incutono un certo terrore quelli che si lavano con l'acqua calda le mani (se e' quello che e' stato lavato...), specie d'estate. Chissa' come sono mollicce, cartilaginee, bianche quelle mani.
Sempre al purgatorio trovi il monocessoaffezionato che, anche se e' visibilmente evidente dall'esterno che sia occupato, cerca di entrarci, alle volte sfondandolo quasi. La reazione a questo tentativo di esproprio e' variabile, direi che la piu' appropriata sia dire ad alta voce "coglione e' occupato".


Infine c'e' il Paradiso. Non e' la stanza del mega
direttore intergalattico di Fantozzi (esistono anche quel tipo di cessi d'ufficio ma non sono accedibili dagli umani), ma si puo' quasi pensare di cantare qualcosa, ti sentirsi sereni, di trovare un attimo di amore verso tutta l'umanita'. Tutto al suo posto, tutto pulito, niente cartelli idioti, tutto profumato. Ah, ma questo non mi e' mai successo in Italia.

1 commento:

Mr. Tambourine ha detto...

Quando sono stato a capodanno a Belgrado sono entrato in un cesso in cui il piscio e la merda erano a fil di tazza. Per intenderci, era piena.

La mia soluzione è stata iniziare a pisciare nel cesso e allontanarmi dallo stesso nel momento in cui l'immondo contenuto ha iniziato a strabordare.

Ho concluso la minzione con la schiena poggiata alla porta.